L'arma più efficace dell'hacker:
la psicologia

«Dietro un attacco informatico c’è spesso un lungo lavoro di studio delle proprie vittime e delle dinamiche psicologiche che spingono le persone a compiere determinate azioni».

Si tratta appunto di Social Engineering, termina che indica un’ampia gamma di attività dannose compiute giocando sull’interazione tra persone.


Lo scopo di queste attività è chiaro e semplice: far leva sulla manipolazione psicologica degli utenti per indurli a commettere errori e ad aprire la strada ai cybe criminali, che possono così accedere a informazioni sensibili essenziali per portare a termine attacchi mirati.

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